Una nuova frontiera della degradabilità sembra essersi aperta negli ultimi mesi grazie a uno studio condotto da un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Chimica e Biochimica e del Dipartimento di rivestimenti e materiali polimerici del Center for Sustainable Materials Science della North Dakota State University, e pubblicato su Angewandte Chemie.
Stando a quanto ottenuto nel corso degli studi (originati da semi oleosi di colture agricole, cellulosa, lignina, saccarosio, fruttosio), sarebbero state generate delle nuove molecole in grado di degradarsi completamente alla luce ultravioletta a 350 nanometri per tre ore.
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In altri termini, partendo da questo approccio sarà probabilmente possibile arrivare alla realizzazione di un materiale che potrà essere degradato facilmente alla luce solare, con ciò che ne consegue sul fronte della compatibilità ambientale delle future produzioni di componenti di imballo, e non solo.
Il prossimo step della sperimentazione prevede la valutazione della durata e della resistenza di tali materiali, comprendendo quali potrebbero essere gli sbocchi commerciali.