Fanno discutere le dichiarazioni appena elaborate dall’Organizzazione meteorologica mondiale dell’Onu, secondo cui le devastazioni e le numerose vittime provocate dai disastri ambientali abbattutisi nel 2013 nelle Filippine (e non solo) sarebbero la conseguenza dei cambiamenti climatici indotti dall’uomo.
“Molti degli eventi estremi del 2013 sono stati coerenti con quel che ci aspettavamo, come conseguenza dei cambiamenti climatici causati dall’uomo” – ha in proposito affermato Michel Jarraud, segretario generale, in occasione della presentazione del report annuale.
Ma quali sono state le determinanti di tali drammi naturali? “Abbiamo assistito a precipitazioni piu’ forti, caldo piu’ intenso e maggiori danni provocati da tempeste e inondazioni costiere, come risultato dell’innalzamento del livello del mare, come il tifone Haiyan ha tragicamente dimostrato nelle Filippine” – ha dichiarato il segretario, per poi aggiungere che il record delle temperature che si è registrato lo scorso anno in Australia sarebbe stato impossibile da raggiungere senza il dannoso contributo delle emissioni di gas serra.
Jarraud ha in proposito ricordato come non vi sia alcuna battuta di arresto nel riscaldamento globale, e come questo sia dovuto ai livelli record di gas serra. Secondo il rapporto, il 2013 è stato – insieme al 2007 – il sesto anno più caldo della storia, con una temperatura media della superficie terrestre e degli oceani pari a 14,5 gradi, mezzo grado in più della media riscontrata tra gli anni ’60 e gli anni ’80, e 0,03 gradi in più rispetto al periodo 2001 – 2010, che già di per se aveva rappresentato il decennio più caldo.
Purtroppo, prosegue l’analisi dell’Onu, con il trend attuale il 2100 vedrà un incremento di 4 gradi nella temperatura: si attendono pertanto alluvioni, tempeste e siccità in grado di colpire duramente, e a lungo, milioni e milioni di persone.