Secondo una recentissima indagine compiuta da SWG per Confartigianato, quando si rompe un elettrodomestico solamente il 13 per cento degli italiani decide di comprarne uno nuovo. La stragrande maggioranza cerca invece di aggiustarlo e, per la metà di tale percentuale, gli italiani cercano di puntare integralmente al fai-da-te.
Il fai-da-te sembra inoltre essere figlio diretto e legittimo della crisi economica, e non certo di una riscoperta del lavoro manuale da parte degli italiani: a dimostrazione di ciò, il fatto che appena 5 anni fa (prima che, in altri termini, la crisi si affacciasse sulle vite di tutti noi), la percentuale di coloro che ricorrevano alla riparazione, piuttosto che alla sostituzione, era di oltre 20 punti percentuali inferiori (64%).
Identico discorso anche per i beni “voluttuari” e soprattutto per vestiti e scarpe. Il sondaggio rivela infatti come il 60% degli intervistati abbia fatto risistemare un abito invece che buttarlo, e che 2 italiani su 3 hanno ridotto il proprio budget per l’acquisto di abiti e di pelletteria.
Statistiche che contribuiscono a ridefinire in maniera fondamentale le priorità nei consumi degli italiani, e che potrebbero crescere ulteriormente nei prossimi anni.