Si chiama “passaporto di prodotto”, e potrebbe essere la nuova “carta di identità internazionale” per la manifattura europea. Un documento che – nella mente dei promotori del progetto – potrebbe incentivare il riciclo e la raccolta differenziata, trasformando di fatti la plastica, il metallo, il vetro, i tessuti e altri “rifiuti” esausti da prodotto, a “materia prima secondaria”.
Il passaporto di prodotto servirebbe in altre parole a rendere maggiormente efficiente il riciclo dei rifiuti, andando a snellire la parte burocratica mediante una certificazione dei materiali riciclabili. Il certificato di prodotto permetterà infatti di indicare univocamente quali componenti della merce possono essere riciclati nel momento in cui il prodotto venga a concludere il suo ciclo di utilizzo.
Secondo i promotori del progetto, infine, il passaporto di prodotto potrà migliorare l’efficienza delle risorse, favorire l’innovazione e creare dei posti di lavoro in tutto il vecchio Continente. A tal fine, e già nel corso dell’ultimo mese di giugno, il gruppo di lavoro ha organizzato una piattaforma europea per l’efficienza delle risorse, raccomandando una serie di misure che potrebbero ridurre il fabbisogno di materia prima di circa un quarto rispetto agli attuali standard, e posizionando l’Europa tra i leader mondiali per le politiche economiche di rinnovazione.