Le etichette energetiche sono strumenti utili per poter comprendere quali siano gli elettrodomestici a più basso consumo energetico e, di conseguenza, cercare di ridurre i costi in bolletta. Peccato solo che, da una recente ricerca, sia emerso come un’etichetta su tre risulti sbagliata, rendendo quindi molto difficile, per gli acquirenti, stabilire effettivamente quali siano i prodotti ad elevata efficienza energetica.
L’analisi Etichetta furbetta, condotta da Legambiente in collaborazione con il Movimento di Difesa del Cittadino, è stata effettuata prendendo in considerazione un campione di oltre 2.500 prodotti, di cui circa 2 mila venduti nei prodotti fisici, e i restanti negli store online. Ebbene, dallo studio è emerso come un terzo delle etichette fosse scorretta o non si trovasse al posto giusto. In alcune ipotesi, le più gravi, le etichette erano semplicemente… inesistenti.
A peggiorare ulteriormente la situazione è il contestuale fatto che obbliga i venditori a consegnare la scheda tecnica al consumatore: una abitudine che non sembra essere prassi in parte assorbita dalle strutture commerciali.
Una situazione certamente grave, sulla quale è bene porre l’attenzione al fine di non compromettere le possibilità di risparmio da parte delle famiglie italiane, e delle piccole e medie imprese operanti sul territorio.