Il fracking, la tecnica di fratturazione idraulica con la quale si cerca di estrarre il petrolio con condizioni di economicità più convenienti (e con rischi per la “salute” dell’ambiente in gran parte ancora da verificare), ha un nuovo nemico: lo Stato della California.
Il governo del Paese ha infatti decretato lo stop alla tecnica del fracking in 11 giacimenti di petrolio e di gas naturale presenti nelle aree di competenza, affermando – altresì – di voler presto sottoporre a ulteriori verifiche decine di altri pozzi presenti nella Silicon Valley.
Il timore dichiarato delle autorità è che attraverso la fratturazione idraulica le compagnie petrolifere corrano il serio pericolo di inquinare le falde acquifere con i propri materiali di scarto, andando in tal modo a pregiudicare la salute della popolazione che vive nelle zone circostanti. Un elemento che proprio in tale zona è ancora più grave, considerando che quella parte di Paese è spesso afflitta da lunghe siccità, e che perdere una quota di acqua in seguito all’inquinamento rappresenterebbe un danno enorme.
Al fine di smentire facili allarmismi, le autorità hanno comunque ricordato che non vi sarebbe alcuna prova scientifica della contaminazione dell’acqua potabile, e che tale scelta è dunque frutto della ponderata volontà di vederci più chiaro.