Si chiama Mustafà, ed è un puma. Ma non un “semplice” puma, bensì un animale definito “bellissimo” ma, nel contempo, “gettato in un angolo, come non fosse vivo”. Le definizioni appartengono a Jan Creamer, presidente di Animal Defenders International (Adi), e risalgono al marzo dell’anno in corso, quando il presidente dell’associazione descriveva la terribile situazione in cui aveva trovato un esemplare femmina di puma.
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Comprata al mercato illegale degli animali esotici quando ancora era poco più che un cucciolo, Mustafà ha vissuto la propria vita in un cassone. Condizioni drammatiche e precarie, che il puma poteva evitare solamente quando era protagonista degli spettacoli circensi, che andavano in scena in dei villaggi locali.
Finalmente, nel marzo scorso, dopo il varo di una legge in favore degli animali selvatici, e dopo una lunga trattativa, l’Adi è riuscita a liberare il puma, e iniziare una terapia di riconquista della sua fiducia: l’animale era infatti molto nervoso, e timoroso delle persone.
Dopo sette lunghi mesi di cure, l’associazione ha quindi portato Mustafà in una riserva ecologica, dove potrà vivere a stretto contatto con la natura.