Le proteste e le iniziative di sensibilizzazione organizzate dalle principali associazioni animaliste internazionali, hanno dato i loro frutti: l’India ha infatti deciso di vietare di portare animali al tradizionale festival di Gadhimai, in Nepal, dove vengono compiuti consueti sacrifici di bestiame in virtù di antiche prassi propiziatrici.
La decisione è, a suo modo, storica. Perchè se è vero che in tutto il Paese i sacrifici di animali non sono certo rari, è altrettanto vero che il festival di Gadhimai costituisce una sorta di “primato” (invero, ben poco invidiabile) di violenza: l’ultima edizione – risalente al 2009, poichè il festival è quinquennale – ha infatti prodotto la morte di circa mezzo milione di animali. Lecito pertanto attendersi grande preoccupazione per quello che accadrà il 28 novembre 2014, quando l’evento si ripeterà – e questa volta, pare, senza sacrifici.
Soddisfazione è stata espressa da Animal Equality, una delle organizzazioni che si è battuta maggiormente per il divieto, che tramite Matteo Cupi, presidente dell’associazione, ha definito come “senza precedenti” il gesto compiuto dal governo indiano. “Quanto avviene durante il festival di Gadhimai mette i brividi, sia per l’incredibile quantità di animali massacrati, che per la ferocia delle esecuzioni” – ha poi ricordato Cupi.