Tutti i proprietari di un cane commettono degli errori. E questo non è di per sé un grave pregiudizio. Tuttavia, sarebbe opportuno cercare di evitare di commettere gli errori più comuni, che possono invece comportare – specie se reiterati nel tempo – delle conseguenze piuttosto nocive per il corretto sviluppo del nostro amico a quattro zampe. Qualche esempio?
Uno
In primo luogo, bisogna ricordare che è bene evitare di parlare al cane in modo poco comprensibile, variando spesso parole e tono di voce anche per chiedere la stessa cosa. Il cane, in questo modo, non è mai sicuro di ciò che si vuole da lui. Altrettanto errato è parlare con il cane in tono mellifluo, come se ci si rivolgesse a un bambino piccolo: il cane sente questo atteggiamento come un calo di autorità.
Due
In secondo luogo, è sbagliato cambiare atteggiamento di fronte allo stesso evento (per esempio, lasciar correre una malefatta un giorno e infuriarsi per la stessa marachella il giorno dopo). In questo caso infatti si corre il rischio di generare un senso di diffusa insoddisfazione e confusione nel proprio cane, con ciò che ne consegue sul fronte della ripetibilità di tali gesti.
Tre
Altro errore comune, spesso compiuto più per disattenzione o mancanza di tempo che altro, è quello di non giocare con il cane: per il cane il gioco è l’unico metodo di “addestramento” naturale e da lui perfettamente comprensibile, e dunque non giocare con lui significa far mancare al nostro amico a quattro zampe un’importante fetta di educazione.
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Quattro
Nella categoria degli errori comuni, non possiamo che annoverare anche la situazione tradizionale in cui il padrone perde spesso le staffe: se succede ciò, il cane tenderà a considerarlo come “non un buon capobranco”, e dunque farà fatica a identificarsi nel gruppo del proprio proprietario. Guai inoltre a perdere spesso la pazienza: le figure-guida sono entrambe pazienti con i giovani, la madre ancor più del capobranco.
Cinque
Andiamo avanti con gli errori. Uno dei più frequenti è quello di lasciarsi sottomettere dal cane quando si gioca. Spesso lo si fa in buona fede, ma ricordate che nè madre né capobranco permettono mai che un cucciolo o un giovane abbiano la meglio nel gioco. Dunque, meglio non fare in modo che il proprio cane abbia la meglio su di noi, o la sua considerazione del nostro ruolo di capobranco potrebbe venire meno.
Sei
Penultimo errore sul quale vogliamo soffermarci quest’oggi, è quello di “obbedire” agli ordini del cane. Può comportare un po’ di dispiacere, ma cercate di non cedere alla tentazione di dare un bocconcino al cane perché ve l’ha chiesto con un gesto del muso o della zampa, o ancora portarlo fuori perché è venuto a chiedere di uscire. Sono tutte situazioni che potrebbero mostrare scarsa autorevolezza: il rischio è che il cane si convinca di essere lui a comandare voi. La risposta corretta, quando il cane chiede qualcosa, è quella di dargli un semplice ordine e poi accontentare la sua richiesta come “premio” per la sua obbedienza. In questo modo farete contenti tutti, e non rischierete di nuocere alla sua educazione.
Sette
Concludiamo questa galleria degli errori con quello di temere il proprio cane. Alcune persone ritengono che sia “rispettoso” delle esigenze del cane non toccare mai la sua ciotola, per esempio: ma sia la madre sia il capobranco, come abbiamo visto, hanno autorità assoluta sul cibo. Dunque, non fatevi troppi scrupoli!