Stando a quanto afferma uno studio italiano condotto dalla ricercatrice Elisabetta Palagi, dell’Università di Pisa, e da alcuni esperti del Cnr (Unit of Cognitive Primatology), i cani sono in grado di riprodurre espressioni facciali dei propri simili al fine di generare una maggiore empatia, in misura non dissimile da quanto realizzano gli esseri umani.
In particolare, stando a quanto affermano gli autori della ricerca – pubblicata sulla rivista Royal Society Open Science – il fenomeno potrebbe essere alimentato e sviluppato dal momento in cui è stato avviato il processo di addomesticazione degli stessi cani.
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Il meccanismo di imitazione, finora osservato solamente negli esseri umani e in alcuni primati, è in realtà dunque presente anche in altre specie. “Abbiamo dimostrato” – ha affermato Palagi – “che l’imitazione è presente nei cani e che si tratta di un effetto specchio involontario, automatico e che si consuma nel giro di frazioni di secondo”.
Ma in che modo i ricercatori sono arrivati a tale conclusione?
Per poter individuare tale scoperta, il team di ricercatori ha filmato i cani che giocavano in un parco cittadino palermitano, studiando le interazioni sociali. Osservando poi più di 50 ore di video, hanno scoperto che i cani potevano imitare le espressioni facciali e i movimenti dei propri simili in maniera involontaria.
