Può sembrare strano – ed in effetti lo è – ma gli animali domestici possono essere oggetto di pignoramento. A ricordarlo un recentissimo intervento di Oscar Grazioli sulle pagine de Il Giornale, secondo cui – pur eccezionale e scarsamente applicabile – è possibile che il pignoramento degli animali d’affezione possa diventare realtà. “Ne fa fede l’episodio, avvenuto non molto tempo fa, di cuccioli di cane sequestrati e messi all’asta dalla Guardia di Finanza” – ricorda Grazioli.
Alla base di tutto vi è d’altronde il fatto che la legge possa dichiarare pignorabili i beni cui si può attribuire un preciso valore economico: se tale elemento può risultare di facile comprensione nei confronti di (ad esempio) delle vacche o dei cavalli, rimane decisamente più arduo stabile quali siano i valori economici dei gattini domestici (il cui valore non potrà che essere prevalentemente di natura affettiva).
Ebbene, fortunatamente è la stessa legge a porsi dei limiti, al fine di evitare che il pignoramento dell’animale domestico nasconda una semplice (quanto sgradevole) ritorsione psicologica verso il debitore e salvaguardarne la sua dignità. Insomma, è difficile fare un pignoramento sugli animali domestici d’affezione ma, obiettivamente, rimane una strada percorribile, poiché gli stessi animali possono essere considerati, semplicemente, dei “beni”.
Voi che ne pensate?