Come funziona il microchip dei cani

Cosa è il microchip dei cani, e perchè è diventato obbligatorio.

microchip

A partire dal 1 gennaio 2015, la pratica di tatuare i cani per poterli identificare è stata sostituita dalla più opportuna procedura di inserimento sottocutaneo, nella parte media sinistra del collo dell’animale, attraverso una siringa sterile monouso e senza che occorra far luogo a sedazione, di un microchip comprendente un codice identificativo a 15 cifre alloggiato in una capsula di materiale biocompatibile lunga un centimetro e larga due millimetri (il trasponditore).

Il codice è in grado di identificare univocamente l’animale. Le prime tre cifre servono infatti a identificare lo Stato in cui è stato eseguito l’inserimento, mentre le altre dodici identificano l’animale: una sorta di codice fiscale canino, consultabile mediante un lettore ottico da passare sul trasponditore.

In seguito alla lettura, sarà dunque possibile accedere a tutti i dati relativi all’iscrizione all’anagrafe canina, come i dati segnaletici dell’animale (razza, sesso, taglia, nome, data di nascita, colore del mantello, eventuali segni particolari), la data dell’identificazione e il relativo numero di codice, generalità e indirizzo del proprietario.

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Si tenga conto che l’identificazione dell’animale può essere curata tanto da un medico veterinario della ASL quanto da un medico veterinario libero professionista, dotato dalla ASL sia di schede anagrafiche che di trasponditori, e che i dati delle anagrafi regionali vengono trasmessi all’anagrafe nazionale istituita presso il Ministero della salute.

Si ricorda inoltre che i costi dell’iscrizione e dell’identificazione sono a carico del proprietario o del detentore dell’animale e gli adempimenti richiesti per ottenere queste formalità sono stabiliti dalla ASL.