Secondo quanto affermano i veterinari italiani, curare i cani e i gatti nel nostro Paese è troppo oneroso. E proprio per questo motivo hanno scelto di indirizzare una lettera aperta all’Aisa, il consorzio delle aziende italiane e delle multinazionali farmacologiche del mercato della salute animale, e – congiuntamente – al ministro della Salute Beatrice Lorenzin, domandando un esplicito intervento sul caro-prezzi.
Nel testo che il dottor Oscar Grazioli, veterinario tra i promotori dell’iniziativa, ha pubblicato sulla propria pagina Facebook, si legge come “negli ultimi anni sono entrati in commercio numerosi farmaci, per uso veterinario, con proprietà antidolorifica e antiinfiammatoria (cosiddetti “painkiller”) e questo dato, apparentemente positivo, comporta invece una situazione drammatica, qualora se neprenda in considerazione il costo rispetto agli omologhi per uso umano. Si citano alcuni principi attivi solo in via esemplificativa. Il Meloxicam (uno dei più usati), per uso veterinario, costa 20 volte in più rispetto a quello per uso umano. Il Ketoprofene costa addirittura 90 volte di più. Venendo agli oppioidi (morfina e suoi derivati), usati soprattutto per il controllo del dolore chirurgico, essi costano dalle 3 alle 5 volte in più rispetto agli omologhi per uso umano”.
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Naturalmente, continuano poi i veterinari, tutto ciò non può che condurre in grave pregiudizio lo sviluppo della terapia del dolore. Un evento drammatico, che è acuito negli animali proprio perchè i nostri amici non umani, contrariamente a quanto avviene per noi, non riescono a comprendere che quel dolore è passeggero, transitorio, e in alcuni casi “utile” per poter tornare ad un clima di perfetto benessere. “I loro meccanismi psicologici li inducono a percepire il dolore come una punizione a causa di un comportamento sbagliato, meccanismo che può sfociare, in caso di dolore cronico non controllato, anche in episodi di aggressività”.
Non ci resta che attendere una risposta da parte dell’Aisa e del governo…