In Israele da diversi giorni sono esplose diverse polemiche sui gatti randagi. Ad innescare l’ultima ondata di critiche è il ministro dell’Agricoltura, Uri Ariel, che ha proposto di espellere due milioni di gatti randagi in un Paese straniero. Naturalmente contrari a tale scelta non solamente l’opposizione laburista, quanto anche – e soprattutto – tutte le associazioni per la protezione degli animali.
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“L’alternativa è la castrazione, che equivale alla tortura ed è proibita dalla legge internazionale ed anche da quella ebraica” – spiega tuttavia Ariel – “bisogna evitare la castrazione perché si tratta di una misura brutale contro gli anomali”. La soluzione? I fondi stanziati “devono essere utilizzati per trasportare i gatti in un altro Paese”.
Al di là del fatto che non si capisce quale Paese potrebbe accettare una simile proposta, voi che ne pensate?