Buone notizie per l’espansione della pet therapy (la zooterapia) in Italia: secondo quando si può leggere a mezzo stampa, l’ospedale Meyer di Firenze ha acconsentito affinchè i cani dei piccoli pazienti possano entrare nelle proprie strutture, potendo in tal modo fungere da supporto naturale per favorire lo svolgimento delle tradizionali terapie.
I più attenti ricorderanno che non è certo la prima volta che la struttura fiorentina offre una simile opportunità. Già dal 2002, grazie all’impegno della Fondazione Livia Benini, in collaborazione con la fondazione dell’Ospedale Pediatrico Meyer, erano state pianificate alcune attività di servizio di terapia del dolore mediante la pet therapy.
Oggi, tuttavia, è giunta un’altra gradita e profonda novità. Dalla prossima primavera, infatti, il presidio ospedaliero non solo ospiterà i cani della pet therapy, ma potrà ammettere anche l’introduzione dei cani dei singoli piccoli pazienti. Una possibilità già disciplinata dalla legge regionale 59 del 20 ottobre 2009, e frutto di un protocollo nato dalla collaborazione del Comitato per il controllo delle infezioni ospedaliere dell’AOU Meyer con l’Associazione Antropozoa.
Per quanto ovvio, l’ingresso degli animali nella struttura ospedaliera non avverrà senza regole, ma all’interno di un contesto ben determinato, e utile per poter garantire la sicurezza degli utenti dell’ospedale e la tutela delle norme igienico- sanitarie.
Tra i principali requisiti che un cane deve rispettare per poter essere ammesso all’ospedale spicca il suo carattere tranquillo, la rara abbaiata e un’età superiore agli 8 mesi. Il cane deve inoltre essere sottoposto a visita veterinaria con rilascio di attestato che ne prova le buone condizioni di salute e ne indica il numero di microchip, e deve risultare regolarmente vaccinato contro le zoonosi più comuni, oltre a risultare negativo sia per ectoparassiti che per parassiti enterici. Infine, almeno 24 ore prima della visita in ospedale, deve essere toelettato con uno shampoo antimicotico.